Oggi vi presentiamo un capolavoro della casa orologiera italiana Terra Cielo Mare che racchiude in se un pezzo di storia dell’aviazione del bel paese del periodo risalente alla prima guerra mondiale. In particolare TCM dedica questo magnifico orologio, nello specifico il Ferrarin Roma-Tokyo 1920, all’impresa realizzata dal valoroso pilota dell’aviazione italiana Arturo Ferrarin durante la Prima Guerra Mondiale, ispirandosi all’atmosfera di avventura che si respira leggendo il resoconto del suo diario di viaggio. Fu il primo a sorvolare i cieli di molti paesi asiatici atterrando in luoghi proibitivi come risaie o campi coltivati. Raggiunta la fama con il raid aereo Roma – Tokyo nel 1920, ideato da Gabriele D’Annunzio e dal suo amico Harukichi Shimoi, scrittore giapponese e grande ammiratore dell’Italia.
Ferrarin fu il solo, tra gli undici equipaggi partiti da Roma, ad arrivare a Tokyo portando a termine tutte e venticinque le tappe previste in compagnia del suo motorista Gino Cappannini. Era il 31 maggio 1920 quando atterrò a Tokyo alla presenza di una folla immensa e dell’imperatore. In questa occasione, il governatore cinese di Canton fece notare la coincidenza che accomunava Marco Polo a Ferrarin, entrambi italiani e veneti, primi europei a raggiungere Tokio, uno via terra, l’altro dal cielo. Una curiosità riguardante la mappa della trasvolata riguarda l’incisione, realizzata a mano, sul fondello dell’orologio Ferrarin, insieme al disegno del biplano della Regia Aeronautica Italiana Ansaldo S.V.A. 9, utilizzato per l’impresa, e a alla numerazione progressiva dell’esemplare. La storia e le imprese di questo eccezionale personaggio non si concludono qui bensì salì nuovamente alla ribalta nel 1928 quando, a bordo del monoplano Savoia-Marchetti S.64 in coppia con il collega aviatore Carlo Del Prete, conquistò il primato mondiale di durata e distanza a circuito chiuso – 7.666 chilometri in circa 58 ore. Non fu l’ultima impresa poichè, sempre con Del Prete, stabilì il record del mondo di distanza in linea retta senza scalo nella trasvolata atlantica da Montecelio, in provincia di Roma, a Touros, sulla costa nordorientale del Brasile – oltre 7.000 chilometri in circa 49 ore; un primato che gli valse la medaglia d’oro al valore aeronautico oltre a numerose onorificenze straniere. E le sue imprese furono raccontate da lui stesso nel libro-diario “Voli per il mondo”, edito nel 1929: un resoconto importante e una lettura affascinante, ancorché nello stile enfatico e retorico dell’epoca, che testimonia come Ferrarin sia stato il primo a sorvolare paesi ancora privi di strutture adeguate, costretto a operazioni estreme come atterraggi in mezzo a campi coltivati o risaie. Ed è incredibile come dopo aver percorso migliaia di chilometri superando tante situazioni pericolose e di disagio in luoghi lontanissimi e inospitali trovò la morte nel 1941, durante un semplice volo di collaudo nei pressi di Roma.
E’ quindi alle sue imprese ed in particolare al raid aereo che unì l’Italia al Giappone che è dedicato dunque il Ferrarin Roma-Tokyo 1920, orologio inconfondibilmente da aviatore che come intento primario si pone naturalmente di agevolare al massimo la leggibilità delle informazioni orarie. Ciò che ancor di più rende questo Terra Cielo Mare Ferrarin Roma-Tokyo 1920 un modello dalla forte ispirazione vintage e all’aviazione è la posizione del quadrante rispetto alla cassa, ovvero spostato di circa 60° in senso orario rispetto al posizionamento cliassico. Questa soluzione ha una sua precisa funzione, ovvero quella di offrire, al colpo d’occhio del pilota, una maggiore rapidità e immediatezza di lettura.
Le caratteristiche tecniche del Terra Cielo Mare Ferrarin Roma-Tokyo 1920
Andiamo ora ad approfondire ciò che riguarda l’aspetto meccanico e costruttivo di questo splendido Terra Cielo Mare Ferrarin Roma-Tokyo 1920: le caratteristiche estetico costruttive sono quelle di un tipico modello da aviatore ovvero generose, con cassa realizzata interamente in acciaio di 44 mm di diametro e 16 mm di spessore compreso il vetro minerale bombato ad “occhio di bue”. La corona, anch’essa di grandi dimensioni, è fittamente incisa per consentirne l’uso anche indossando i guanti e del tipo a vite corona che segue l’andamento fuori asse del quadrante e sporge sulla carrure in corrispondenza delle ore 2 ma che in realtà si trova sopra le ore 12; anse corte e solide a trattenere il robusto e originale cinturino beige in antilope chiuso da fibbia ad ardiglione in acciaio. Il cuore del modello è un movimento meccanico a carica manuale calibro Unitas, ospitato all’interno di una cassa in acciaio sormontata a ore 2 dalla corona di carica. In vendita al prezzo di listino di 1980 euro.
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