Inutile chiudere gli occhi, sciocco far finta di niente, stupido dire il contrario restando arroccati su posizioni distanti dalla realtà: l’appeal dei gioielli negli ultimi anni ha perso di presa sul consumatore finale a favore di nuovi beni di consumo, sicuramente non preziosi ma definiti tali e sentiti utili. Ma com’è la situazione e come vengono percepiti i gioielli? E grazie a cosa, ancora, il settore della gioielleria riesce a mantenere quel poco di fascino che ha creato nei millenni passati?
Nel 2015 i gioielli hanno appeal?
Da quando sono nato vivo l’aria della gioielleria, mi muovo tra anelli in oro, bracciali e collane con pietre preziose, diamanti e gemme, orologi, statue, spille, charms, amuleti, ciondoli e chi più ne ha più ne metta; da 10 anni lavoro al e dietro al banco, a contatto con il pubblico, e ascolto domande, sento opinioni e gaffes, strane pronunce ed errati “sentito dire”; da quasi 3 anni gestisco un e-commerce di gioielli, osservo visitatori, comportamenti di acquisto, frequenza di rimbalzo dei visitatori (ovvero quante persone entrano ed escono dal sito perchè non interessati), domande, rimborsi, resi e fortunatamente vendite. E avverto il progressivo disinteresse, tutto italiano, al mondo dei gioielli. Il prezioso, quello vero, non sembra destare più nemmeno curiosità nel consumatore medio. L’appeal dei gioielli, quelli veri, in oro, platino o argento (non acciaio, non bronzo, non ferraglia) è in calo a favore di ciò che a mio avviso non è gioiello ma è definito ed esaltato come tale.
Erano settimane, forse mesi, che volevo scrivere personalmente un post. Ho ritagliato un po’ di tempo alla mia vita privata dopo aver visto “Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate” (peraltro bellissimo se si ama il genere), film dove tutto verte attorno alla ricchezza di un tesoro incredibile tenuto all’interno di una montagna e composto da monete, anelli, tesori e pietre preziose luccicanti capaci di far invidia a qualsiasi gioielliere. Ci tenevo ad evidenziare come il settore dei gioielli venga progressivamente abbandonato anche dal proprio interno. E’ una cosa intestina, una guerra che sembra quasi non voler esser nemmeno combattuta dai suoi attori principali, i gioiellieri ed i produttori, che non si uniscono, non pubblicizzano, non si fanno sentire, non si coordinano ma anzi si osteggiano cavalcando gelosie venefiche. Ma perchè questa pigrizia? Proviamo ad analizzare la situazione.
“Se i gioielli hanno ancora un minimo di appeal lo dobbiamo alla fantasia, ai videogiochi, ai fumetti, ai cartoni animati ed ai film, non all’impegno degli attori del mondo dei preziosi”
Aladdin e Apu nella caverna delle meraviglie alle prese con montagne di gioielli
A Natale, periodo caldo per il mondo dei gioielli, uno dei pochi settori silenziosi è stato quello dei gioielli e dei preziosi, eccezione fatta per alcuni brand quali Stroili, Pandora e Brosway (e meno male che ci sono loro). E devo dirlo, mi costa sacrificio nominarli sul mio blog poichè non sono nemmeno brands che tratto nè in gioielleria nè nel mio shop online su Cicala.it, però la realtà è questa: se il consumatore si ricorda che esistiamo lo dobbiamo a loro ed al loro costante impegno sui media.
Nel commercio sopravvive chi si fa sentire e chi fa sapere che esiste. Il settore dei gioielli è morto, silenzioso ed assente. La gente non ricorda nemmeno che esistiamo. La conseguenza di questa pigrizia? Tutti acquistano di tutto fuorchè gioielli e preziosi in genere. I diamanti sono più spesso associati ai detersivi per piatti che ai gioielli e la parola “oro” va a ricordare la colorazione di un IPhone piuttosto che un anello di gioielleria. Dove invece si sente parlare di noi? Nella fantasia. Fortunatamente grazie a cartoni animati Disney e film fantasy l’appeal dei gioielli, dell’oro e delle pietre preziose non è finito nel dimenticatoio. Sono loro i veri soggetti da ringraziare, sono loro che ancora fanno crescere qualche fanciullo delle nuove generazioni con l’idea che oro = ricchezza, diamante = cosa più preziosa, gioielli = bellezza.
Paperon de Paperoni all’interno del deposito tra oro e gemme preziose
Eppure i gioielli (quelli veri), oro e diamanti dovrebbero esser il bene preferito da tutti, soprattutto in un momento di crisi come questo. Nella mia testa il gioiello è l’unico acquisto utile da due punti di vista: economico ed estetico, appagante per gli occhi e utile come bene rifugio dati i materiali di cui è composto. Però quest’idea non è percepita, la gente nemmeno ci pensa tanto è bombardata a destra e a manca da spot pubblicitari di tecnologia, macchine ed elettrodomestici. La colpa, anche qui, probabilmente è del settore che non comunica, è assente e lascia campo a tutte le altre categorie merceologiche vogliose di vendere. Probabilmente noi gioiellieri non ne abbiamo bisogno e siamo snob.
“La gioielleria e l’oreficeria? Due professioni incentivate solo dai videogiochi”
E sono certo che farà riflettere tanti, però è così: l’appeal dei gioielli e dell’oro in Italia è in voga solo nei videogiochi. E’ da vari anni che è così: persino il videogioco più importante del mondo, World of Warcraft, dona ampio spazio al settore dell’oreficeria con una professione dedicata esclusivamente agli amanti della gemme e dei metalli. Jewelcrafter (tradotto viene letteralmente “Creatore di gioielli“) è una delle professioni disponibili nel videogioco per gli oltre 100 milioni di giocatori. Una realtà non sono economicamente redditizia, sempre nel videogioco, ma anche utile dato che ogni gemma, come nell’esoterismo, ha particolarità in grado di migliorare il proprio personaggio e conferirgli poteri speciali.
Oreficeria, una delle professioni del noto videogioco World of Warcraft
Ma perchè se mondi così distanti dal nostro capiscono l’importanza dei preziosi, noi che invece siamo le pedine sul campo di gioco non riusciamo ad adottare una strategia per cambiare questa situazione? Ha ancora senso esser timidi ed impauriti e continuare a suonare una canzone in sordina attutendo ogni possibilità di crescita, troncando ogni prospettiva di guadagno e limitando i nostri possibili investimenti? Forse no?
Purtroppo non esiste un happy ending per questo articolo, c’è solo da digerire la realtà dei fatti: l’appeal dei gioielli è in calo e dall’alto non sussiste la volontà (e la capacità) di fare qualcosa di concreto per modificare questa tendenza.
Cosa succederà quando anche cartoni animati, film e videogiochi cambieranno idea su di noi e sul nostro settore? Faremo la fine dei dinosauri? Saremo un frammento di storia o un prezioso pensiero di fantasia?