Blog dei Preziosi pubblica la seguente guida al fine di aiutare il consumatore nell’acquisto dei diamanti da un punto di vista strettamente commerciale. Per un acquisto emozionale lasciatevi guidare da occhi e sensazioni. Non tradiscono mai.
Pur sapendo che ormai molte informazioni riguardanti certi criteri di analisi e valutazione dei diamanti come quelli che seguono, sono ormai visibili un po’ ovunque, ci pare doveroso inserirli anche nel nostro sito almeno in una forma riassuntiva per completezza d’informazione.
Ancora oggi il diamante, è la gemma emblema di solidità, non solo da un punto di vista fisico (è infatti l’elemento che in natura risulta più duro) ma anche da quello di investimento. La sicurezza del mantenimento del suo valore lo rende un bene rifugio economico non finanziario in grado di soddisfare pienamente le aspettative di chiunque abbia come obbiettivo l’accantonamento “conveniente” di un valore nel medio-lungo periodo. E’ importante perciò avvicinarsi all’acquisto o alla rivendita di questa gemma avendo le idee ben chiare sulle sue caratteristiche, ma è indispensabile affidarsi ad un esperto che sia ben aggiornato anche sulle condizioni di mercato del momento.
Molti fattori influenzano e determinano il valore economico di un diamante. Esso è determinato principalmente dalla combinazione di 4 elementi, comunemente indicate 4 C:
– CUT (taglio);
– COLOR (colore);
– CLARITY (purezza);
– CARAT (peso).
CUT – Il taglio del diamante
La prima delle quattro C è relativa al taglio, poiché influenza la brillantezza e quindi la bellezza di ogni diamante. Quando viene tagliato con le giuste proporzioni, il diamante sprigiona la massima quantità di luce esaltando la bellezza della pietra; in caso contrario, dimensioni di taglio sbagliate non consentono alla luce di riflettere correttamente sulle varie facce, e privano perciò la gemma della luce che offrirebbe con le proporzioni di taglio corrette. Padiglione, cintura, corona, altezza della cintura, rapporto tra faccette e tavola, angolo di corona e padiglione e rapporti diversi devono quindi rispettare delle percentuali ben precise; e le finiture del taglio devono avvicinarsi il più possibile a livelli eccellenti.
Per completezza di informazione esistono ad oggi svariate tipologie di tagli: brillante, rettangolare a gradini (taglio smeraldo), ovale, marquise, goccia e altro ma, escludendo gemme aventi caratteristiche di eccezionalità, il taglio più commerciale, e quindi più interessante e consigliabile dal punto di vista di una resa economicamente vantaggiosa, è il taglio a brillante.
COLOR – Il colore del diamante
Paradossalmente, il miglior colore per un diamante è l’assenza di colore. Un diamante completamente incolore è molto raro, e risulta perciò più pregiato nella classificazione internazionale attualmente in essere.
E’ altrettanto vero che al contrario, un colore estremamente intenso ed acceso risulta ugualmente raro e prezioso, e quindi diamanti con tonalità di colore blu, rosa, verde, giallo, arancio, rosso, se non ottenuti o incrementati artificialmente, possono rientrare nella affascinante schiera dei cosiddetti “fancy colors”, e spuntare prezzi adeguati alla loro rarità. La qualità del colore si rappresenta con le lettere dell’alfabeto in una scala decrescente a partire dalla lettera D alla Z.
CLARITY – La purezza del diamante
E’ doveroso premettere che tutti i diamanti, come ogni altra gemma, hanno piccolissime inclusioni interne di varia natura ed entità. Questi elementi, in relazione alle loro dimensioni e quantità, ostacolano ed interferiscono con il passaggio della luce all’interno della gemma, e quindi ne influenzano la bellezza. Per convenzione internazionale, la purezza dei diamanti, è determinata a 10x (lente a dieci ingrandimenti) secondo la seguente scala: le gemme con inclusioni minori o nulle sono rare, e sono quelle alle quali si attribuiscono le maggiori quotazioni commerciali.
Le imperfezioni esterne, solitamente graffi o mancanze di materiale, non devono essere considerate nella determinazione della purezza, in quanto potrebbero essere rimosse con opportune lavorazioni di ritaglio o politura. Solo un esperto tagliatore può valutare l’opportunità di simili interventi. Essendo comunque caratteristiche che determinano la qualità e conseguentemente il valore del diamante, sono correttamente da indicare in una certificazione della gemma.
CARAT – Il Peso del diamante
Il peso del diamante è espresso in carati (ct). Un carato si divide in 100 “punti” (esempio: un diamante da 75 punti pesa 0,75 carati). La parola “carato” ha origine dai semi di carrubo, che avendo la caratteristica di un peso costante, anticamente venivano usati come unità di misura per le pietre preziose, fino a quando il sistema fu unificato ed un carato fissato convenzionalmente a 0,2 grammi (un quinto di grammo). In natura le gemme di grandi dimensioni sono rare, e quindi maggiore è il peso e maggiore sarà la quotazione della gemma.
Da rilevare che il rapporto peso/valore, a parità delle altre caratteristiche, non è direttamente proporzionale. Cioè se una gemma di 1 carato vale 1000, quella di un peso doppio da due carati, vale invece molto di più di 2000.
La fluorescenza del diamante
I diamanti posseggono molto spesso fluorescenza. Circa il 35% dei diamanti possiede fluorescenza, che può variare da molto leggera (very slight) a forte (strong). E’ una quinta caratteristica di discreta importanza, in quanto una fluorescenza accentuata svalorizza le caratteristiche di brillantezza e trasparenza del diamante. Sono infatti consigliate pietre senza fluorescenza (none).
Al fine di effettuare un buon investimento, inoltre, è consigliato che il diamante sia dotato di un certificato (se vogliamo, una quinta C), o rapporto gemmologico. Quest’ultimo rappresenta la sua impronta digitale, descrive la pietra nei suoi dettagli tecnici in modo tale che tutti i parametri e la sua identità siano verificabili senza possibilità di libera interpretazione. E’ superfluo dire che la qualità del certificato è importante: deve provenire da istituti autorevoli riconosciuti a livello mondiale. Il certificato non assegna alcun valore monetario; non è una valutazione e viene fornito sempre per diamanti non incastonati. Ad oggi, i laboratori considerati più affidabili ed attendibili nel campo delle certificazioni sono i seguenti: GIA, IGI, HRD, CISGEM.
Per un maggiore approfondimento sulla fluorescenza, dopo aver letto la nostra guida "Come valutare un diamante" puoi leggere la nostra guida “Cosa è la fluorescenza dei diamanti“ (trovi il link in fondo all'articolo).
Come valutare un diamante: una giusta analisi
Ogni diamante è unico. Praticamente impossibile avere due gemme identiche. Valutando quanto espresso in precedenza quindi, il valore di un diamante è strettamente legato alla combinazione di tutte le sue caratteristiche. Paragonare due gemme prendendo in considerazione parzialmente o singolarmente i parametri sopra elencati risulta assolutamente fuorviante e porta ad un’analisi incompleta ed errata. Il diamante è un capolavoro della natura, e come tale va apprezzato ed analizzato per tutti i suoi attributi, nella sua interezza.
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