Zaffiro (gemma)

Blog dei Preziosi presenta questa guida agli zaffiri analizzando caratteristiche chimiche, curiosità storiche, miti, leggende, esoterismo, magia ed influssi astrali di queste magnifiche gemme blu.

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Una delle gemme ad oggi più importanti in gioielleria, lo zaffiro è una gemma straordinaria legata a miti e leggende, a pratiche magiche ed esoteriche, ed in stretto legame con gli astri. L’articolo racconterà questa gemma a 360 gradi, unendo spiegazioni scientifiche a pratiche di alchimia e credenze popolari da tutto il mondo.

L’origine della parola Zaffiro

In sanscrito zaffiro è sanipriya, ovvero caro a Saturno, oppure nīlamani (nil = blu); in caldeo sampir, in greco sappheiros, in latino saphirus, in arabo safir, o in ebraico sapphir (la cosa più bella). Già la semplice etimologia della gemma ci offre informazioni preziose riguardo al valore che essa ebbe nell’antichità e alla sua fama magico-religiosa.

La pietra della verità

Gli Egizi la chiamavano pietra delle stelle perchè ritenevano muovesse gli astri in configurazioni favorevoli; essi la assimilavano a Maat, dea dell’esattezza e della verità: la pietra captava il divino messaggio e il giudice sapeva che, se l’appuntava al petto, era certo di non errare.

Anche presso i Parsi, seguaci della religione di Zarathustra, lo zaffiro era la pietra del vero e della veggenza: due gemme venivano incastonate in una palla d’oro che, attaccata a una cinghia di cuoio, veniva fatta roteare finchè il veggente, fissandola, superava la soglia del conscio e si abbandonava alla trance.

Secondo la collezione cingalese gli zaffiri nacquero dagli occhi di Daitya e si moltiplicarono cadendo nei fiumi. Azzurra è da sempre la gemma del cielo; i greci la offrivano per ottenere oracoli e la dedicarono a Giove, il padre degli Dei. Per i Buddisti lo zaffiro simboleggiava la verità, l’amicizia, l’amore, l’umiltà e il bianco mistico fiore di loto, centro di energia sottile, ponte fra il materiale e il transumano.

Lo zaffiro ed il legame con la spiritualità

Lo zaffiro perciò risveglia, nelle terre del Gange, devozione e spiritualità, capacità di concentrazione e raccoglimento nella preghiera. Il legame col Cielo e con lo spirito non poteva sfuggire neppure al Cristianesimo, che ne fece emblema della vergine e lo scelse anticamente, come ornamento degli anelli dei cardinali e dei vescovi; per questi ultimi lo zaffiro venne in seguito sostituito con l’ametista. Certamente la religione cristiana ha raccolto abbondantemente dalla tradizione ebraica di cui, in un certo senso, è parzialmente figlia.

Lo zaffiro era, prima di adornare l’anello dei prelati della Chiesa, l’ornamento del magico Anello di Re Salomone, il sovrano sapiente che sapeva incantare i demoni, dialogare con gli animali, viaggiare senza corpo in altre dimensioni. Lo stesso Abramo, padre degli Ebrei, ne portava uno al collo come amuleto contro la malattia e quando egli morì, la pietra salì direttamente al sole; da qui il proverbio ebraico: “quando il sole si alzerà, il tuo male se ne andrà“.

Forse di zaffiro (che tra l’altro è la quinta pietra del razionale), forse di lapislazzuli, erano le Tavole della Legge ricevute da Mosè e lo stesso Trono di Jahvè, secondo Ezechiele: “Sopra il firmamento che era sulle loro teste vi era qualcosa come la pietra di zaffiro in forma di trono, su inoltre, una figura di sembianze umane“. Inoltre è scritto nel libro di Tobia, che anche le porte della Gerusalemme celeste erano costruite in zaffiro e smeraldo.

Questa pietra è quindi emblema del divino per eccellenza, poi della permanenza, della fedeltà e della saggezza. Anticamente era simbolo di sommo sacerdozio e imperio. Significa anche allegria, concordia, castità, fama, fortuna, giustizia, pace, pietà, gentilezza ed innocenza. E’ legata a S. Paolo e S. Andrea rappresentandone la divina forza spirituale.

Caratteristiche chimiche

Chimicamente lo zaffiro è un corindone, ossia ossido di alluminio, di colore variante dal blu scuro al bianco, passando per l’indaco il blu di Prussia, il fiordaliso. Taluni chiamano impropriamente zaffiro tutte le qualità di corindone, giallo, violetto, ecc., eccetto il rubino, l’indicolite e la ialite.

Esattamente non conosciamo a quale attuale gemma corrisponda lo zaffiro degli antichi e quale, delle loro pietre, sia il nostro zaffiro. Si propende per il diamante cipriano che, scrive Plinio: “Tende al colore dell’aere e si può forare con altri diamanti“, oppure per il lapislazzuli, per il giacinto o per lo iaspis aerizusa.

Pur essendo come il rubino un corindone, lo zaffiro è un poco più pesante e più duro. Cristallizza nel sistema esagonale; ha lucentezza vitrea, quasi vellutata. La trasparenza è assai variabile, proporzionale all’intensità della colorazione: elevata nei leucozaffiri, quasi nulla in quelli così carichi da apparire opachi.

I cristalli presentano un forte pleicroismo specialmente nelle varietà più intense: alla base appaiono violacei, mentre se osservati attraverso le pareti, quasi verde-azzurri. Il principio colorante è il cromo in diverso stato di ossidazione; la pietra contiene inoltre ferro e titanio, dispersi nell’edificio cristallino. Se viene riscaldato, lo zaffiro sbiadisce; trattato con raggi ultravioletti se chiaro, diviene brunastro o gialliccio. Non è fusibile.

Lo zaffiro con asterismo è detto asteria; quello con riflesso centrale tondeggiante o rettilineo, dovuto ad aghetti di rutilio, zaffiro occhio di gatto o girasole orientale. Perchè la gemma sia pregiata è naturalmente necessario che la tinta sia uniforme: le chiazze sono difetti che la deprezzano enormemente. Gli alchimisti usavano macerarlo in un crogiolo con dell’oro affinchè divenisse trasparente e più pregiato. Il costo dello zaffiro, comunque, non raggiunge mai il livello del rubino (ovviamente se di pari qualità).

Uno dei più grossi zaffiri mai rinvenuti, un prisma obliquo di 136 carati, è conservato al Museo Mineralogico di Parigi. E’ curiosamente chiamato “zaffiro del venditore di cucchiai di legno” perchè fu acquistato presso un commerciante indiano di questi arnesi. Bellissimi esemplari appartengono anche alla chiesa di S. Marco a Venezia e al Tesoro del Duomo di Monza.

Lo zaffiro viene falsificato con la cordierite, la tormalina, la cianite, il topazio azzurro, tutti più leggeri e quindi riconoscibili. Esistono falsi costruiti con vetri, privi però del pleicroismo che caratterizza la pietra naturale. La striatura rende la gemma sintetica facilmente individuabile.

Giacimenti di zaffiri

Giacimenti di zaffiri si ritrovano principalmente nello Sri Lanka, nel Siam, in Birmania proprio come il rubino ma, stranamente, dove questo abbonda, lo zaffiro scarseggia, e viceversa. Le gemme rinvenute nelle sabbie gemmifere dello Sri Lanka, nate dallo sgretolamento della roccia madre gneissica, sono solitamente chiare e poco uniformi.

Gli zaffiri del Siam sono invece bellissimi e tanto intensi da apparire talvolta quasi opachi; quelli birmani sono quasi neri; quelli del Kashmir talvolta azzurri e belli ma più sovente bianchi e torbidi; quelli australiani, originati da rocce basaltiche, variamente colorati. Oramai comunque la produzione asiatica è quasi esaurita, dopo averci regalato bellissimi esemplari, tra i quali il leggendario zaffiro di 950 carati, appartenente al re di Birmania. Recentemente vi sono stati ritrovamenti di queste gemme anche in Iran e negli Stati Uniti nel Montana.

Lo zaffiro nella tradizione magica

La tradizione magica divide la famiglia degli zaffiri in due generi: maschio, azzurro cielo; femmina, azzurro mare, con diversa potenza talismanica. Azzurro è pietra di Giove, di Venere, di Mercurio e di Saturno; diffonde concordia, afferma Alberto Magno, conferisce un animo puro; rivolto a Dio rafforza la mente ed il carattere preservando dagli eccessi di calore interno.

Combatte la malinconia, la paura, aiuta le opere magiche e negromantiche, dona la capacità di vedere il futuro. Suscita lealtà all’interno del matrimonio ed arreca fortuna e protezione realizzando i desideri. Fa il portatore audace e vittorioso; svela le frodi e smorza l’invidia.

Ma chi è impuro o adultero non deve ornarsi con la gemma se non vuole cader preda della sventura; se invece il possessore è buono e fedele lo zaffiro elargisce generosamente i suoi doni mantenendo inoltre intatto il proprio colore. E’ pietra adatta come dono di fidanzamento e di nozze.

I poteri dello zaffiro

La bella gemma ha inoltre la caratteristica di attrarre il favore divino a chi medita su di essa. Cecco d’Ascoli racconta che lo zaffiro libera i prigionieri; anche il Mandeville conferma questa curiosa virtù asserendo che chi si trovi in carcere e strofini con uno zaffiro le parti del proprio volto ed i chiavistelli della cella venga magicamente liberato.

La pietra avrebbe inoltre la capacità di proteggere il portatore da qualsiasi incidente e tradimento; rafforzerebbe la vitalità e la gioia di vivere. Legato sul cuore potrebbe però raffreddare eccessivamente il suo proprietario distaccandolo troppo dal mondo; inutile invece a chi intenda intraprendere la via ascetica o monacale.

Altre caratteristiche dello zaffiro sono: potenziamento dello stato generale di salute, protezione nei confronti di malocchio e pestilenze, riconciliazioni di litiganti. In particolare, in relazione al colore della pietra:

  • bianco, con inciso il simbolo del sole e della luna preserva dagli incantesimi e favorisce la protezione dei potenti;
  • molto scuro protegge dall’insonnia;
  • chiaro dona una vita serena, pulita, allegra;
  • blu utile nelle grandi occasioni e per prendere decisioni importanti;
  • giallo conferisce equilibrio e senno, pace e concordia; utile a chi pratica magia e studia scienze occulte;
  • stellato, portato al dito, aiuta nella meditazione, ma deve esser usato solo da persona saggia. Aiuta la donna a mantenersi casta; veglia sul possessore contro il malocchio e il suo potere è tale che continua a proteggere anche se è passato in altre mani. E’ la pietra del destino: le sue linee che formano, incrociandosi, una stella, sono simbolo di fede e speranza nella sorte. Polverizzato si ritiene strumento di fascinazione.

I benefici dello zaffiro

Anche lo zaffiro, con la sua tranquilla luce azzurra, è gemma benefica per la vista: i malati di vaiolo si strofinavano con esso gli occhi perchè non si ammalassero; curava anche congiuntiviti, annebbiamenti visivi ed era in grado di estrarre corpuscoli dall’occhio. Nella Cattedrale di S. Paolo esiste uno zaffiro, offerto da una persona benestante, affinchè il sofferente di malattie oculari possa, toccandolo, guarire.

Possederebbe altre particolari virtù terapeutiche, che si estrinsecherebbero però solo negli individui casti. Combatterebbe febbri e sudori: polverizzato e spalmato, misto a latte, su ferite e pustole, le cicatrizzerebbe; mescolato ad aceto arresterebbe l’epistassi. Le sue caratteristiche astringenti e disseccanti, perchè freddo e secco, ne avrebbero ragione di tumori e bubboni della peste. Neutralizzerebbe virus ed ubriachezza. Era detto che, macerando uno zaffiro in vino e versando detto vino sopra un ragno o altro insetto venefico, questo moriva istantaneamente.

Galeno, celebre medico dell’antichità, lo prescriveva contro il morso degli scorpioni, mentre il collega Dioscoride, contro le piaghe intestinali. Migliorerebbe inoltre la digestione e sosterrebbe il cuore affaticato. La tintura di zaffiro era il medicamento sovrano per contusioni e malattie contagiose della pelle. Gioverebbe contro le emicranie, come stimolante dell’appetito e come antianemico. Si utilizzava in polvere, misto a latte, in caso di torcicollo, mentre la sola polvere curava dissenteria, itterizia, emorroidi, ragadi, gonfiori e disturbi respiratori.

Come montare uno zaffiro

Lo zaffiro deve esser legato in oro e bronzo, va portato all’anulare oppure al collo sul cuore. Se vi si incide un astrolabio accresce le ricchezze e conferisce la capacità di predire il futuro; se si incide il simbolo di Saturno accresce le virtù e prolunga e facilita la vita. La sagoma di Aripte (testa d’uomo con la barba) risana, libera dalla prigionia, dona dignità e onori; la figura di Marte armato protegge dall’annegamento e infine l’incisione di un ariete potenzia tutte le virtù della pietra.

Essendo influenzato da Venere, lo zaffiro, montato in bronzo o rame, si addice alle Bilance e ai Tori: le prime otterranno, specie se appartenenti alla prima decade, ricompense, equilibrio sociale e unioni stabili; i Tori saranno in genere più gai e ottimisti. Nello specifico: quelli della seconda decade si cauteleranno da gelosie e rovesci finanziai, mentre quelli della terza, da instabilità, dispiaceri e viaggi sfavorevoli.

Gli zaffiri e lo zodiaco

Gli Arieti dell’ultimo decano, marziano-venusiani, possono portare la gemma per proteggere il corpo da ogni occasione. I Cancri della prima decade, influenzati da Luna e Venere, aumenteranno, con uno zaffiro, fortuna e coerenza, ottenendo anche protezione da misteri e incantesimi.

L’energia gioviana di questa pietra la rende adatta ai Leoni della seconda decade, segnati da Giove oltre che dal Sole. I nativi della Vergine, in particolare quelli del secondo decano, porteranno uno zaffiro chiaro contro problemi negli affari, gelosie e inimicizie.

Sagittari e Pesci lo faranno montare in stagno, metallo di Giove, per vedere chiaro in se stessi e difendersi dagli attacchi da parte di altre persone. I Capricorni, caratterizzati da Saturno, e ancor più gli Acquari troveranno nella gemma, di natura saturnina se scura, una valida aiutante contro le ostilità che possono colpirli fino ai 30 anni, le macchinazioni, le iniquità, gli incantesimi, i contrasti in amicizia e amore; essi dovranno montare la pietra in piombo o, secondo la tradizione indù, in ferro; in platino o in oro invece fortificherà il corpo e neutralizzerà le energie negative altrui.

Ciò gioverà molto agli Acquari che, umanitari di natura, spesso si espongono eccessivamente nei contatti col prossimo: in particolare gli Acquari della prima decade, retta da Venere, aumenteranno le loro capacità razionali, distingueranno gli amici dai nemici, recupereranno più rapidamente le forze perdute. Montando lo zaffiro in argento essi diverranno maggiormente fortunati in amore; la gemma dovrà esser preferibilmente di colore blu elettrico.

Influenze planetarie con gli zaffiri

La tradizione tende ad attribuire diverse influenze planetarie alle colorazioni della pietra; sinteticamente si può affermare che lo zaffiro chiaro ha influenza di Venere, Sole e Mercurio, mentre lo zaffiro scuro, tendente al viola, di Venere, Giove e Saturno. E’ pietra del mercoledì e del venerdì, se chiaro; del giovedì venerdì e sabato, se blu o viola. Dedicato al mese di aprile, conferisce innocenza a chi è nato in questo periodo; è indicato anche per marzo, settembre, luglio, poichè favorisce le imprese e gli amori sbocciati in questi mesi.

La pietra sovrana dell’inverno è bianca; se azzurra o blu esplica le sue capacità maggiormente in autunno. L’ora più propizia è la decima del giorno. Lo zaffiro è particolarmente gradevole per le persone bionde; giova a chi risponde ai nomi di Ottavio, Ezio e Camillo, per i quali frena le passioni violente e fa vivere in serenità.

Sognare uno zaffiro significa aver scampato un pericolo.